Spettroscopia di Raman

In questo intervento di Karl Morten (Oxford University) viene discussa la applicazione della spettroscopia di Raman nella ME. In questa tecnica si esamina il cambiamento nella frequenza della emissione luminosa che attraversa delle molecole e si risale alla natura delle molecole stesse. In particolare, qui si discute l’applicazione di questo metodo allo studio dei metaboliti contenuti nei leucociti dei pazienti ME vs controlli sani. In figura 1 il contenuto di fenilalanina nei leucociti di 5 controlli sani (a sinistra) e in quelli di 5 pazienti (a destra). Si vede una tendenza a una riduzione nel livello di fenilalanina nei pazienti.

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Figura 1. Contenuto di fenilalanina nei leucociti di 3 controlli sani (a sinistra) e di 5 pazienti (a destra).

Ricordo che nello studio di Fluge e Mella sui metaboliti nel sangue periferico (spettroscopia di massa), la fenilalanina era fra i metaboliti ridotti nei pazienti di sesso femminile (vedi qui). Quindi si avrebbe un accordo fra ciò che è stato rilevato nel sangue e ciò che si trova dentro le cellule.

Ipoperfusione cerebrale in ortostatismo

Frans Visser ha presentato uno studio del flusso sanguigno cerebrale nei pazienti ME/CFS durante il tilt table test. L’apparato sperimentale è abbastanza semplice: il flusso sanguigno cerebrale è assunto proporzionale alla portata della arteria carotidea interna e della arteria vertebrale (collo); le portate si misurano con un ecografo (figura 2).

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Figura 2. Misura del flusso sanguigno cerebrale durante il tilt table test (TTT).

Durante l’ortostatismo si ha una fisiologica riduzione del flusso sanguigno cerebrale così misurato, ma nei pazienti la riduzione è significativamente più consistente (figura 3).

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Figura 3. Il flusso sanguigno cerebrale è ridotto nei pazienti vs i controlli durante il TTT.

Un aspetto innovativo di questo studio è che ci si è premurati di fare la stessa misura anche mettendo i pazienti seduti per mezzora. Anche in questo caso la riduzione del flusso sanguigno cerebrale è più consistente nei pazienti vs i controlli (figura 4).

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Figura 4. Il flusso sanguigno cerebrale è ridotto nei pazienti vs i controlli sani anche considerando la posizione da seduti.

 

Sembra una banalità, ma in tutti gli studi sulla intolleranza ortostatica che ho letto finora si usa il tilt table test, o lo standing test e quindi la posizione seduta non è contemplata. Un anno fa ebbi la curiosità di confrontare i miei parametri cardiaci dello standing test con quelli da seduto e ho trovato che mentre nello standing test si apprezza una classica POTS, nella posizione seduta (sitting test?) si rileva una ipotensione ortostatica (se si usano i parametri diagnostici classici della ipotensione ortostatica) dopo 20-30 minuti. Non so se questo risultato sia estendibile ad altri pazienti.

Tornando alla presentazione di Visser, la conclusione è che tanto in ortostatismo che da seduti, il 71% pazienti ha una anomala riduzione del flusso sanguigno cerebrale, se confrontati con i controlli sani (figura 5). E questo potrebbe giustificare il fatto che molti pazienti semplicemente non tollerano né la posizione seduta, né l’ortostatismo e sono costretti per la maggior parte del tempo in clinostatismo. Il sangue che arriva al cervello è inadeguato e questo letteralmente li costringe a stendersi.

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Figura 5. Il 71% dei pazienti presenta un ridotto flusso cerebrale in ortostatismo, rispetto ai controlli sani.

Una cosa interessante di questo studio è che i pazienti ME non erano stati selezionati in base alla presenza di classica intolleranza ortostatica (POTS o ipot. ortos.). Quindi la riduzione del flusso sanguigno cerebrale nella ME potrebbe essere indipendente dalla positività al tilt table test.


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